Energia e Realtà

Secondo il principio di polarità, la nostra vita si snoda attraverso l’alternanza continua di cicli opposti, che, dal punto di vista energetico, anziché fisiologico, possiamo definire di CONTRAZIONE ed ESPANSIONE.

La vita va verso l’espansione, opponendosi all’entropia, ma presuppone che ci siano dei momenti di recupero, di riflessione e di contrazione. Il fatto quindi che dobbiamo tendere verso l’espansione (è in questa fase che siamo sereni o felici, attivi, vitali e dinamici), non significa che non dobbiamo accettare e vivere con pienezza e consapevolezza anche le fasi di contrazione.

Ognuna di queste fasi ha una sua durata che dipende dal modo in cui ognuno di noi, nella sua assoluta e sacra individualità, reagisce agli stimoli ambientali. Nella fase di contrazione, noi costruiamo una barriera verso l’esterno per chiuderci in noi stessi, leccarci le ferite, recuperare energie, riflettere, recriminare, distruggere ecc. Rifiutiamo di accogliere l’energia proveniente dall’esterno, e ricicliamo quindi quella interna: ciò è sicuramente utile, per un periodo limitato, se dobbiamo tenere fuori stimoli, positivi o negativi, che possono distrarci, che in qualche modo giudichiamo dannosi in quel momento o che non ci sentiamo pronti ad affrontare. Ma come ogni ambiente chiuso, come in una astronave, la possibilità di riciclare l’aria non è inesauribile: a un certo punto, l’aria perde la sua qualità di purezza e la sua carica vitale di ossigeno per caricarsi sempre più negativamente di tossine e prodotti di scarto del metabolismo.

Si giunge a un limite oltre il quale, se non inizia la fase di espansione (in cui attingiamo energia dall’esterno, dal contatto con gli altri, dalla natura ecc.), la fase di contrazione comincia a diventare pericolosamente irreversibile, e più il tempo passa e più diventa difficile uscirne. In fisica, si direbbe che l’entropia sta prendendo il sopravvento.

Nella fase di espansione, invece, noi non ci nutriamo di noi stessi e delle nostre risorse, ma assorbiamo energia esterna in uno scambio che ci obbliga ad aprirci, e cioè a dare per poter ricevere . Non potrebbe esserci dimostrazione più evidente del fatto che la vita, per sua natura, necessita di espansione, di apertura verso l’esterno, di scambio di energie.

Lo psicologo Carl Rogers diede una magnifica descrizione dell'empatia, scrivendo: "Empatia significa entrare nel campo percettivo privato di un'altra persona sentendosi pienamente a casa propria. Significa vivere temporaneamente la sua vita e muoversi dentro delicatamente, senza giudizi. Comunicare ciò che senti nel suo mondo man mano che guardi con occhi limpidi e senza paura. Significa controllare spesso con l'altro l'accuratezza del tuo sentire e farsi guidare dalle reazioni che ti tornano indietro. Stare con qualcuno in questo modo significa che devi lasciare da parte le tue visioni e i valori che valgono per te, in modo da entrare nel mondo dell'altro libero da pregiudizi. In un certo senso questo significa che lasci da parte te stesso e questo può essere fatto solo da una persona che si sente sicura di se stesso e non teme di perdersi in ciò che può diventare il mondo strano e bizzarro di un altro, perché sa che potrà facilmente ritornare al suo mondo qualora lo desideri".

La percezione della realtà - Cosa io intendo con il termine "realtà"

Gli ultimi sviluppi della fisica quantistica riconoscono che la realtà che noi percepiamo coi nostri sensi non è la realtà come tale, ma ciò che nasce dalla nostra interazione con ciò che ci circonda.

La luce può esistere come particella (cioè come materia che occupa uno spazio definito), o onda (immateriale e dinamica), a seconda del punto di vista dell’osservatore e di quale dei due aspetti della luce egli vuole rilevare. Il che significa che la luce, come qualsiasi altra realtà, non esiste in quanto tale, ma solo nella sua interazione con l’osservatore (e viceversa).

Fu lo stesso Einstein ad affermare che il fatto di percepire la realtà come entità separate è solo una illusione ottica della coscienza.

Questa è dunque la realtà come va intesa nella vita: essa non è ciò che persone più colte, intelligenti e preparate di noi hanno descritto, non è quella contenuta nei libri scientifici (che ne danno pur sempre una interpretazione e non una descrizione), ma è un continuum di cui noi facciamo parte e che ognuno di noi ha tutto il diritto di cogliere e interpretare in maniera soggettiva.

Se è vero quindi che l’evoluzione ha fatto sì che tutti gli esseri umani condividano una sostanziale identità di vedute sulla struttura del mondo circostante, è altrettanto vero che al di là di queste valutazioni di base e generali, la realtà esterna , per essere percepita, andrà in qualche modo introiettata, cioè portata dentro, al vaglio di una entità dotata di strumenti di analisi che sono diversi per ciascuno di noi, come diversa per ciascuno di noi è stata qualsiasi esperienza di vita.

Tutto ciò coincide con quanto affermato da Heisenberg nel secolo scorso, e cioè che la realtà è modificata dalla nostra stessa osservazione, e che più che di realtà oggettiva si dovrebbe sempre riferirsi a una tendenza, una probabilità di esistenza della realtà stessa (verificata dalla percezione che abbiamo, attraverso i nostri sensi, della realtà).

Il fisico David Deutsch, docente all’Università di Oxford, per esempio, porta la concezione della realtà in termini probabilistici alle estreme conseguenze, ipotizzando l’esistenza di un “multiverso”, anziché un solo universo, nel quale si realizzano tutte le infinite scelte alternative che compiamo, per cui la nostra idea del mondo e della vita che ci circonda è solo una illusione (la “maya” della cultura induista) data dalla limitatezza intrinseca del nostro stato di coscienza attuale, perché in realtà noi esistiamo da sempre, al di fuori del concetto, inesistente, di tempo.

Realtà è il nome che noi diamo alle nostre abitudini. Le abitudini condizionano i nostri pensieri e la nostra vita, quindi avere delle buone abitudini, scelte consapevolmente, possono migliorare il nostro stile di vita e il nostro atteggiamento mentale.

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