Mindful Eating
L’alimentazione consapevole non è una nuova dieta alla moda o un semplice cambiamento nello stile di vita che è garantito per aiutare a perdere peso in eccesso. Non si tratta di modellare il corpo in una forma più desiderabile o di aiutare ad aumentare la forza fisica, e non è nata per prescrivere cosa sia consentito mangiare.
Anche se può sicuramente aiutare a diventare fisicamente più sani, un'alimentazione consapevole ha un solo scopo fondamentale: aiutare a costruire una relazione migliore con il cibo.
Secondo i ricercatori Celia Framson e colleghi, i creatori del Mindful Eating, il consumo consapevole può essere definito come: “…una consapevolezza non giudicante delle sensazioni fisiche ed emotive legate al mangiare”. In altre parole, mangiare consapevolmente significa essere consapevoli di come ci sentiamo quando mangiamo.
Per scomporre ulteriormente il concetto, ci sono quattro caratteristiche del mangiare consapevole; quando si mangia consapevolmente, infatti, la persona:
• Mantiene spontaneamente la consapevolezza di ciò che sta facendo e degli effetti che ha sul suo corpo, sia nel bene che nel male.
• Usa tutti i suoi sensi nella scelta e nell'esperienza del cibo che è sia soddisfacente per la mente che nutriente per il corpo.
• Riconosce le risposte al cibo in base ai suoi sensi senza giudizio (ad esempio, ”mi piace questa consistenza”, “odio quel sapore”).
• Pratica la consapevolezza delle sue emozioni, della sua fame fisica e dei segnali che le fanno sapere che la sua fame è stata saziata (Johnson, 2022).
Mindful eating è un approccio che, insieme a innumerevoli altri, si inserisce nella ricerca individuale di salute e benessere e di promozione di una vita piena, attiva, pienamente consapevole e ricca di stimoli e di attività fisiche, mentali e spirituali.
Le innumerevoli diete o tecniche di depurazione che dominano l’informazione, pone tutti sullo stesso piano trascurando i dettagli irripetibili dell’intima storia personale, quale percezione del mondo, vita sociale-ambientale, esigenze, gusti e necessità.
Quando parliamo di salute, è obbligatorio includere tutti gli aspetti dell’esistenza: l’alimentazione, la vita spirituale, emotiva, affettiva, lavorativa, l’equilibrio con sé stessi, non da meno l’attività fisica e la non sedentarietà. Essi non possono essere trascurati. Solo ciò rende l’uomo responsabile e protagonista del proprio cambiamento, dove il rimedio (la dieta), rimane uno strumento e conseguenza di uno stile di vita il più ampiamente corretto: che soddisfi in primis le necessità psicologiche della persona e non solo quelle puramente biologiche.
Il cibo: quale problema sociale
Se facciamo qualche passo indietro nel tempo, osserviamo come la nostra società non aveva così tanta disponibilità alimentare. Le tecniche di coltivazione e l’industria non esistevano se non in epoca moderna. Tuttavia, per un tempo lunghissimo l’uomo, nella sua storia evolutiva, ha dovuto affrontare sacrifici ben più importanti rispetto all’indecisione del “cosa mangio oggi?”.
La nostra storia (trasmessa nel DNA), racconta che abbiamo affrontato pericoli estremi, alluvioni, glaciazioni, aggressioni, pestilenze, fame e dolore sotto tutte le forme. Il cibo, quindi, era destinato alla mera sopravvivenza e non per la soddisfazione del gusto (o di un protocollo), in quanto non c’era molta scelta. Di conseguenza, è stato per primo l’ambiente che ha stimolato lo spirito di adattamento dell’uomo portandolo nel corso del tempo ad adottare le varie differenze nei costumi e nelle scelte alimentari, ad esempio ci sono popoli che si nutrono solo di latte e carne di dromedario, grasso di foca, oppure solo erbe e semi, giusto per fare qualche esempio.
Pur di portare avanti la vita, la potente e misteriosa forza biologica dalla quale siamo formati si è adattata a qualsiasi ambiente e avversità. Tutto ciò, tuttavia, al di fuori di una vera e propria consapevolezza del significato del proprio rapporto col cibo.
In risposta alle innumerevoli diete che oggi popolano il nostro interesse e curiosità, possiamo tranquillamente affermare che la forza della vita e dello spirito è la vera protagonista. Non possiamo cioè ignorare che sono state proprio le capacità intrinseche dell’uomo e della sua forza biologica di adattamento, di lotta nell’ambiente e disponibilità alimentare (qualsiasi esso sia) che lo hanno forgiato e reso attore principale dell’evoluzione. Non c’è ombra di dubbio sul fatto che a far danno oggi è proprio la sovrabbondanza di cibo (di scarsa qualità) che l’industria promuove.
Tuttavia, sappiamo benissimo che la sfida che l’uomo moderno deve affrontare è rappresentata da problemi quali la carenza di attività fisica e mancanza di vita sociale sana. Obiettivo complicato da raggiungere in un sistema che vorrebbe allevare lavoratori-consumatori depressi, resi molli da emergenze non reali e distratti da futili desideri. Osservando la sovrastima indirizzata al cibo, è evidente che è ormai raro dare spazio o importanza ad altre attività più virtuose rispetto che al mangiare. Il cibo (in Occidente) è abbondante e sponsorizzato ovunque ed il gusto sopperisce le mancanze emotive.
Tuttavia, predicare bene e razzolare male è una scelta che proviene spesso da un contesto economico-sociale-politico che preferisce avere cittadini sicuramente ben informati, ma ai quali poi non viene realmente e concretamente data opportunità (vuoi per mancanze economiche o di tempo), per curare sé stessi. Anzi, si viene stimolati consapevolmente o inconsapevolmente a prendere strade opposte.
Consigli e strategie per creare abitudini alimentari consapevoli
• Rendi il mangiare un evento esclusivo piuttosto che multitasking.
• Controlla il tuo livello di stress prima di mangiare, poiché potresti mangiare anche quando non hai veramente fame.
• Riconosci il dono del cibo e lo sforzo necessario per coltivarlo e prepararlo e apprezza il tuo pasto.
• Mangia lentamente, appoggia la forchetta tra un boccone e l'altro, mastica bene il cibo e fai in modo che ogni pasto duri almeno 20 minuti.
• Nota il gusto, la consistenza, la forma e l'odore del cibo. Assaporalo.
• Fai attenzione alle porzioni per assicurarti di goderti la qualità, non la quantità.
• Sii consapevole di quanto sei affamato per assicurarti di mangiare solo quando hai fame.
• Mangia prima di avere troppa fame o potresti fare scelte impulsive.
• Fai attenzione all’apporto proteico e assicurati di scegliere spesso proteine di origine vegetale (come i legumi).
• Fai attenzione al tuo budget calorico per assicurarti di mangiare la giusta quantità per mantenere un peso corretto.
• Ricorda a te stesso che non hai bisogno di mangiare tutto ciò che hai nel piatto!
• Prova a mangiare in silenzio; riconosci quando la tua mente vaga, ma riportala al mangiare ogni volta che lo noti.
Fino a quando non avremo sciolto i nodi emotivi che ci accompagnano, fino a quando non avremo soddisfatto altre esigenze fondamentali di corpo e psiche quali vita sportiva, sociale, lavorativa, affettiva e spirituale; fino a quando non avremo conquistato la libertà di pensiero, di far emergere le nostre vere passioni e quale posto vogliamo assumere nel mondo, l’alimentazione rimarrà solamente una valvola di sfogo (nel bene e nel male) e non più importantissimo strumento per vivere in salute con l’ambiente.
Tutto questo ovviamente richiede sacrificio: la salute è un diritto che può essere conquistato solamente con forza di volontà e impegno quotidiano: se destiniamo le intenzioni al nostro progetto di vita consapevole, il rapporto con il cibo sarà più naturale e spontaneo e la dieta non sarà più la preoccupazione principale.
Ora è il momento. Fai scelte consapevoli oggi, non domani!