Tempo e Stress
“Il tempo presente e il tempo passato sono entrambi presenti nel tempo futuro”. Thomas Eliot.
Che cos’è il tempo
Non stiamo parlando del “concetto meteorologico”, anche se è curioso notare quanto le persone adulte e i telegiornali si preoccupino enormemente di che tempo farà domani (le previsioni, notizie, ecc.). Sarà forse un tentativo di “dominare” almeno quello?
Il Tempo è la durata delle cose misurata a periodi (anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti, secondi).
I modi di dire che sentiamo di frequente sono:
• come passa (o non passa) il tempo;
• il tempo vola;
• il tempo è galantuomo;
• dammi tempo;
• non ho tempo;
• il tempo lenisce ogni ferita.
Ma... Il tempo si può possedere?… O si può solo viverlo?
Vivere il tempo
- Bisogna essere consapevoli che il tempo non “corre” ma… scorre;
- Il tempo è perciò una risorsa preziosa, non rinnovabile, che va gestita.
Ma... Chi gestisce il tempo? E come?
Fermiamoci ad esaminare come impieghiamo il nostro tempo, ad esempio una giornata tipo. Analizziamo cosa abbiamo fatto, la durata, il perché l’abbiamo fatta e il come l’abbiamo fatta (controvoglia, per abitudine, con entusiasmo….).
E’ sempre così produttivo? O abbiamo la sensazione che ci sia qualcosa che non va…., di non impiegarlo bene, e ci diciamo: “da domani, basta, mi metto d’impegno, mi programmo”, ecc., e cadiamo nell’eccesso opposto… ma solo per un po’ e senza troppo successo.
Il tempo è uno “spazio da arredare”: se lasciamo che siano altri a farlo, ci troveremo in casa mobili non nostri, ingombranti, brutti, che renderanno disordinata, senza stile e senza armonia la nostra “casa”.
Quante volte ci capita di buttare via il nostro tempo o di sentirci invasi: l’amico che ci telefona nel momento sbagliato, guardare la televisione per inerzia, uscire senza averne davvero voglia… e magari avevamo deciso di studiare…
Ogni volta che abbiamo queste sensazioni è perché noi non ci siamo, non siamo veramente presenti.
Cinque stadi per amministrare bene il tempo
“Gestire” viene dal latino e significa amministrare, cioè reggere, governare, aver cura di qualcosa. Non significa essere “padroni”. Possiamo imparare ad amministrare meglio il tempo se conosciamo le difficoltà che incontriamo.
Possiamo usare la volontà per gestire bene il nostro tempo. Per “arredare” la nostra famosa stanza, abbiamo innanzitutto bisogno di un “progetto”.
E’ infatti un errore in cui si cade facilmente il passare subito all’AZIONE, senza prima aver dedicato il “tempo necessario” a FERMARSI e fare un passo indietro.
Ogni volta che intraprendiamo un’attività è importante fermarsi con calma a riflettere su:
Lo scopo, la meta da raggiungere
La deliberazione
La scelta e la decisione
La convinzione
La pianificazione, la programmazione e direzione dell’esecuzione.
Vediamoli uno per uno:
Immaginiamo di voler applicare questo metodo per migliorare la nostra efficacia nel modo di studiare. Abbiamo detto che per migliorare qualcosa non è utile passare subito all’azione (“basta, da domani calendario ferreo, regole, ecc.”) perché tutto ciò che non è supportato da una “volontà più profonda” è destinato ad essere solo una “pezza temporanea” attuata senza convinzione.
Primo stadio: scopo, obiettivo :
- La prima domanda è perciò: che cosa vogliamo realizzare? Dobbiamo porci un obiettivo che Noi consideriamo valido e renderlo chiaro.
- Auto-analisi: Osservare onestamente le nostre intenzioni, poiché sono queste che ci “muovono” verso la realizzazione del nostro obiettivo o che possono invece “inconsciamente” sabotarla o neutralizzarla (ad esempio perché ci alziamo continuamente se abbiamo deciso di studiare? Quante giustificazioni troviamo se non eseguiamo un compito?).
- E’ l’intenzione che ci porta ad “aspirare a qualche cosa”, crea il nostro “modello ideale” ed attiva la nostra volontà di realizzarlo.
- Imparare a scegliere quali intenzioni coltivare e potenziare, perché gli obiettivi non rimangano un puro fatto “teorico” (“se va male, pazienza!”; “Potrei non farcela, in fondo non sono molto bravo in…”). Ogni movente alimenta un’immagine di noi: attenzione a quelli negativi che alimentano auto-immagini negative!
- Pensare bene richiede ottimismo, concentrazione e non dispersione.
Secondo stadio: deliberazione :
- Le buone intenzioni da sole non sono sufficienti. Bisogna farle seguire da decisioni.
- Dopo aver individuato l’obiettivo cerchiamo ora di considerare le diverse possibilità concrete di realizzarlo (strade alternative).
- Che cosa mi è “possibile fare realisticamente”. Richiede una attenta valutazione dei propri mezzi (tempo, energia mentale, …). Meglio un piano attuabile che un piano grandioso ma impossibile. Prevedere anche quali effetti la scelta potrà avere: non solo quelli immediati ma anche a medio termine.
- In questa fase può essere anche utile “consultarsi con qualcuno” per chiarirsi le idee: raccontare un problema aiuta a formularlo più chiaramente, a vederlo sotto più prospettive.
- Che tipo sei? Sei un indeciso o un tipo impulsivo?
Terzo stadio: scelta e decisione :
- Decidere è inevitabile: non farlo è di per sé una decisione e potrebbe essere la peggiore!
- Se decidiamo di dare un certo esame, magari difficile, in un arco di tempo ristretto, dobbiamo poi essere coerenti nell’ indirizzare le nostre energie in quella direzione, a scapito di altre occupazioni.
- Decidere significa scegliere… ma scegliere significa preferire.
- E preferire richiede necessariamente che si rinunci a qualcosa a favore di qualcos’altro. Tutto ciò sembra ovvio ma spesso le parole “rinuncia” e “sacrificio” ci suscitano rifiuto/ avversione, forse perché non abbiamo chiaro l’obiettivo dentro di noi.
- Scegliere rafforza la nostra autostima e la nostra sicurezza.
- Tralasciare le questioni di poca importanza.
Quarto stadio: convinzione :
- La convinzione può essere considerata un ordine impartito a noi stessi che ci “dà la carica”. Per essere efficace, deve venire da noi stessi, non essere imposta dall’esterno. E’ un VOGLIO, non un DEVO.
- Quando vogliamo in questo modo, non c’è sforzo. Anche se c’è disciplina ed impegno… non ci pesa (provate a pensare se avete sperimentato questa condizione) perché, in un certo senso, amiamo quel che facciamo e l’obiettivo per cui lo facciamo. Impariamo ad amare ciò che stiamo facendo.
Quinto stadio: pianificazione, programmazione e controllo della direzione :
- Mantenere il focus. Tenere ben a mente l’obiettivo, lo scopo che ci siamo prefissi di realizzare.
- Avere la visione generale degli stadi intermedi che vanno dal punto di partenza a quello di arrivo, e la consapevolezza del prossimo passo, come quando ad esempio siamo immersi nella preparazione di un viaggio in auto. Cosa facciamo? Individuiamo la meta, revisioniamo lo stato dell’auto, studiamo il percorso e le tappe intermedie, controlliamo la direzione durante il viaggio, verifichiamo i tempi di percorrenza, controlliamo di non rimanere senza carburante, manteniamo una velocità adeguata.
Lo stress
Lo stress nasce dalla sensazione di “pressione” o addirittura di “oppressione” imposta dall’esterno e a cui non siamo in grado di dare una risposta adeguata. È il “punto di rottura” di una struttura, in termini ingegneristici.
Lo stress ha origine da una risposta emotiva individuale, che può essere di:
Frustrazione
Depressione
Ricerca della perfezione (pretendere sempre il meglio)
Controllo esasperato per arginare l’imprevisto
Enfatizzazione del “fare”, attivismo continuo
Rinuncia del positivo (bicchiere sempre mezzo vuoto).
Lo stress, quando diventa continuo (distress), riduce le nostre prestazioni e la nostra efficienza fisica e mentale. Ci fa disperdere energia e non è utile.
In sintesi, vi consiglio una guida per poter gestire il proprio tempo in modo efficace secondo i principi della Consulenza del Benessere, sia nella vita quotidiana, sia nell’attività lavorativa:
Qualità da esercitare e rafforzare: attenzione, concentrazione, immaginazione, perseveranza, organizzazione.
Descrivere l’obiettivo da raggiungere: chiaro, misurabile, realizzabile.
Questionario di auto-analisi sull’uso del tempo e della volontà.
Usare bene i mezzi a nostra disposizione: darsi dei tempi e rispettarli.
Fare verifiche e riformulazioni in corso di esecuzione: sto progredendo? Ce la faccio? Su cosa è più utile che mi concentri in questo momento?
Essere flessibili, se necessario.
Accettare e fare buon uso degli errori: s’impara per tentativi ed errori.
Essere “sperimentatori di se stessi”, usare il metodo scientifico per conoscersi e migliorare.
Inoltre, questa guida, può aiutarti a:
Imparare a conoscere di più se stessi: fare una “mappa” di noi.
Sentirsi più padroni di se stessi ed essere in grado di dirigere le nostre energie, senza disperderle, facendo sempre un progetto sul piano mentale.
Imparare l’ottimismo.
Spostare consapevolmente la nostra attenzione dagli stati emotivi negativi a quelli positivi (l’ansia, lo stress, la stanchezza e la preoccupazione spesso sono alimentati dall’incertezza di eventi futuri visti con un filtro “negativo”, anche senza ragione).
Diventare respons-abili: “abili a rispondere”, discriminando ciò che ha importanza da ciò che riveste carattere di urgenza. Ricordiamoci: dare importanza a tutto è come dare importanza a niente. È indice di incapacità a decidere, non di perfezionismo.